Qui trovate il mio curriculum professionale


Biografia

Le fotografie in alta risoluzione sono
disponibili qui



Marco Morocutti è nato a Brescia nel 1959. Di professione progettista elettronico, opera dal 1980 in aziende produttrici di elettronica per l'industria e per il settore civile. E' coautore di uno dei primi testi italiani sui microprocessori, (Hoepli, 1980); nello stesso periodo collabora con alcune fra le prime riviste dedicate al nascente settore dei Personal Computer.
Nel 1985, assieme ad un collega, pubblica l'idea di realizzare virus informatici su Scientific American nella rubrica Ri-creazioni al calcolatore (presente anche nella versione italiana), che risulterà essere la prima descrizione del concetto di virus comparsa su una rivista a diffusione mondiale. Da sempre curioso di scienza ed appassionato di divulgazione scientifica, aderisce fin dalla sua fondazione al CICAP, del quale è membro effettivo dal 1995. Si occupa inoltre di registrazione audio e di produzioni musicali collaborando con compositori e musicisti nella realizzazione di diversi lavori, dei quali alcuni sono pubblicati su CD.
Oltre ad intervenire come ospite in diverse trasmissioni radio e televisive, ha collaborato e collabora tuttora con riviste di divulgazione scientifica quali il mensile Quark (ora non più pubblicato) e la rivista Query.


Biografia "scettica"

Molta della mia attività extra-lavorativa riguarda l'attività del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo della Affermazioni sul Paranormale. Fondato nel 1989 dal giornalista scientifico Piero Angela e da altri studiosi, il comitato ha lo scopo di promuovere e diffondere lo studio razionale dei presunti fenomeni paranormali e delle pseudoscienze in genere. Moltissimo materiale sul CICAP e sulla sua attività si può liberamente consultare sul sito www.cicap.org.

Qui di seguito riporto una seconda versione della mio curriculum, orientato soprattutto alle attività CICAP, scritto in prima persona e un po' meno serioso del precedente.


Tutta colpa di Nessie

Frequentavo le scuole medie - avrò avuto tredici o quattordici anni - quando un articolo di giornale stuzzicò la mia fantasia, rivelandomi l'esistenza di un mostruoso essere che viveva nascosto nel Loch Ness. Quello fu il mio primo passo nel mondo dell'insolito, spinto com'ero dalla passione per ogni argomento scientifico ed affascinato dalle vicende in cui vi era qualcosa di misterioso da scoprire. Avrei forse potuto, allora, non acquistare una rivista che si chiamava addirittura "Il Giornale dei Misteri"? Certamente no; infatti, ogni mese leggevo avidamente di UFO, di contatti con gli Esseri delle Stelle, di archeologia misteriosa... e naturalmente comprai anche tutti i libri di Peter Kolosimo e di Erich von Daniken, che per un certo periodo furono le mie letture preferite.

Accadde così che - con il coinvolgimento di un paio di riluttanti amici, che mi seguivano più che altro per rassegnazione - fondai uno dei tanti gruppi ufologici attivi negli gli anni '70: era l' U.S.C., che significava nientemeno "Ufo Study Company". A quel tempo la massima espressione dell'ufologia ufficiale era il CUN, il famoso Centro Ufologico Nazionale, nel quale più tardi confluimmo anche noi, diventandone la sezione locale di Brescia. Ma fra gli ufologi di allora regnava quasi indiscussa l'equazione UFO = extraterrestri, che nel mio caso continuava a non convincermi pienamente. Anche perchè avevo svolto personalmente qualche indagine sugli avvistamenti nel bresciano dove, a ben vedere, di veri alieni non se ne vedevano proprio. Forte del mio crescente scetticismo mi trovai allora fra i fondatori di un nuovo gruppo, non condizionato da capi carismatici, che si sforzava di mantenere un atteggiamento razionale nei confronti del fenomeno UFO. Si trattava del CISU, attivo ancora oggi e che - non a caso - mantiene sull'argomento posizioni non troppo distanti da quelle del CICAP.

Dopo quel periodo, durante gli studi di elettronica all'Istituto Tecnico, persi progressivamente ogni infatuazione per UFO ed alieni, mentre la passione per altri argomenti scientifici non accennava affatto a diminuire. Diventai allora un lettore assiduo di "Le Scienze" grazie al mio indimenticabile professore di fisica Alberto Trebeschi, che disgraziatamente perse la vita nella strage di Piazza della Loggia, e mi imbattei in quel famoso articolo dove Martin Gardner illustrava l'esistenza dello CSICOP e delle indagini scettiche sul paranormale. Dopo quella folgorante rivelazione, l'abbonamento allo Skeptical Enquirer fu quasi un atto dovuto. Quando in seguito venni a sapere che in America si sarebbe svolto un congresso internazionale di scettici, decisi di scrivere a Piero Angela (che seguivo con devota ammirazione) per invitarlo a realizzare un servizio televisivo sul quell'argomento.

La risposta che ricevetti riportava la deludente affermazione secondo cui "la RAI da questo orecchio non ci sente", ma anche un incoraggiamento a proseguire nell'indagine scettica, che - come si può immaginare - apprezzai moltissimo. A causa di quella lettera il mio nome finì probabilmente su una qualche "lista dei buoni", perché venni poi invitato ad una riunione in cui si discuteva di fondare in Italia un gruppo di indagine scettica simile allo CSICOP. E - pensate un po' - in quella sala c'erano anche altri personaggi: Massimo Polidoro, Lorenzo Montali, Steno Ferluga... ma sono sicuro che, da quel momento in poi, la storia la conosciate già.


(nota: la conclusione è evidentemente scritta per chi conosce l'attività del CICAP; agli altri consiglio di dare un'occhiata a www.cicap.org.)